“Per prima cosa Dio creò il caffè, altrimenti non ce l’avrebbe fatta a fare tutto il resto”

come-tostare-il-caffe-a-casaIl caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di alberi tropicali appartenenti al genere Coffea; sebbene all’interno di questo genere, siano identificate e descritte oltre 100 specie, commercialmente le diverse specie di origine sono presentate come diverse varietà di caffè.

Le più diffuse tra esse sono l’arabica e la robusta.

 

La parola araba “qahwa”, in origine, identificava una bevanda prodotta dal succo estratto da alcuni semi che veniva consumata come liquido rosso scuro, il quale, bevuto, provocava effetti eccitanti e stimolanti.

Oggi questa parola indica, in arabo, precisamente il caffè.

Dal termine “qahwa” si passò alla parola turca “kahve”, parola riportata in italiano con caffè.

Questa derivazione è contestata da quanti sostengono che il termine caffè derivi dal nome della regione in cui questa pianta era maggiormente diffusa, Caffa, nell’Etiopia sud-occidentale.

 

Fino al XIX secolo non era certo quale fosse il luogo di origine della pianta del caffè e, oltre all’Etiopia, si ipotizzava la Persia e lo Yemen.

Pellegrino Artusi, nel suo celebre manuale “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” sostiene che il miglior caffè sia quello di Mokha (città nello Yemen), e che questo sarebbe l’indizio per individuarne il luogo d’origine.

 

Il caffè più pregiato del mondo, il “Kopi Luwak”, si produce in Indonesia: la produzione è dell’ordine dei 50 kg l’anno e costa all’incirca 500€ al kg. La particolarità di questo caffè risiede nel fatto che si tratta di chicchi di caffè mangiati e digeriti dallo zibetto delle palme (luwak), raccolti poi a mano e tostati.

 

Esistono molte leggende sull’origine del caffè: la più conosciuta narra di un pastore che portava a pascolare le capre in Etiopia e un giorno, queste, cominciarono a mangiare le bacche e a masticare le foglie di una pianta di caffè; arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e, il pastore, vedendo questo ne individuò la ragione e abbrustolì i semi della pianta mangiati dal suo gregge, facendone un’infusione ed ottenendo il caffè.

 

Per i suoi rapporti commerciali in Vicino Oriente, Venezia fu la prima a far uso del caffè in Italia, forse fin dal XVI secolo; ma le prime botteghe del caffè furono aperte solo nel 1645.

 

Per molti, il caffè non rappresenta una semplice consuetudine, ma un momento di profondo piacere.

L’irrinunciabile tazzina di caffè rappresenta un rito tipicamente italiano, frutto di un’abitudine così radicata da portare numerosi esperti a pronunciarsi, periodicamente, sui benefici e sui rischi della bevanda.

C’è chi ne studia gli aspetti psicologici, chi ne indaga le caratteristiche organolettiche e chi si occupa di studiarne il rapporto con la salute umana.

 

Tra le molte componenti nutrizionali del caffè, la più nota e studiata è senza dubbio la caffeina, poiché dotata di proprietà importanti; questo legame, che da millenni intercorre tra l’uomo e varie sostanze stimolanti non è casuale: proprio la caffeina è chiamata in causa per la moltitudine di effetti, in parte positivi ed in parte negativi, associata al consumo di caffè.

 

La caffeina oltre che nel caffè è contenuta in molte altre bevande di largo consumo come ad esempio negli Energy Drinks, nelle bevande tipo Cola e nel tè, così come in diversi alimenti tra i quali la cioccolata. La veloce ed esponenziale crescita di vendite del caffè e delle bevande contenenti caffeina, testimonia le capacità stimolanti di tale sostanza, cercate e ricercate da sempre più persone. Tale diffusione è dovuta anche al fatto che la caffeina è legale e comunque, anche a dosi elevate, non rappresenta un concreto rischio per la propria incolumità, come invece avviene con l’abuso di altre sostanze.

 

La dose sicura di caffeina in una dieta giornaliera è di 300 mg (la stessa contenuta in tre tazzine di caffè espresso). Con l’uso abituale si stabilisce una certa tolleranza nei confronti del caffè: ciò spiega come mai, nei soggetti che fanno scarso uso di questa bevanda, l’assunzione di 200-250 mg di caffeina sia spesso sufficiente per scatenare disturbi.

 

I dati disponibili sulla salubrità di questa bevanda ed i relativi pareri medici sono contrastanti, tuttavia, se assunta ad alte dosi, questa bevanda non è del tutto priva di effetti collaterali.

La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso ma non tutti conoscono la possibile pericolosità di tale sostanza nel caso in cui la si consumi in quantità eccessiva, tanto che essa è annoverata dai manuali di medicina e psicologia addirittura tra le droghe.

Una donna di 37 anni ha tentato il suicidio ingerendo 27 grammi di caffeina: l’effetto tossico immediato è stato l’arresto cardiaco con ipotensione, perché la caffeina ha provocato un vero e proprio avvelenamento. L’ingestione di caffeina in dosi equivalenti a quelle contenute in 350 tazze di caffè ha sviluppato una reazione catastrofica da parte dell’organismo.

Tra gli effetti collaterali più noti della caffeina, al primo posto c’è l’insonnia: la caffeina stimola la concentrazione, diminuisce il senso di affaticamento ed aumenta l’attenzione.

Anche la caffeina contenuta in una tazzina di caffè è capace di provocare vari effetti collaterali e sfavorire l’addormentamento della persona; per questo è sconsigliabile bere il caffè prima di andare a dormire.

A dosi molto più alte, la caffeina può provocare convulsioni, che possono avere esito mortale.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali della caffeina a livello cardiovascolare, questa sostanza può causare un aumento della forza e della frequenza cardiaca: di conseguenza si possono verificare situazioni come aumento della gittata cardiaca, tachicardia ed aumento della pressione.

Anche i reni sono interessati dagli effetti collaterali della caffeina: si registra un potenziamento della filtrazione glomerulare e, contemporaneamente, una diminuzione del riassorbimento tubulare del sodio, che stimola la diuresi.

 

Nonostante tutti questi effetti collaterali, non si deve dimenticare che se si assume la caffeina per beneficiare di una maggior concentrazione, diminuire la fatica e migliorare la prontezza dei riflessi, questa sostanza eccitante – assunta secondo le dosi e le modalità più opportune – può rappresentare un valido aiuto, in genere privo di effetti collaterali significativi.

 

Secondo il quotidiano statunitense, Huffington Post, il caffè farebbe bene al cervello, alla pelle e al corpo, riassumendo in 10 buoni motivi, un decalogo per continuare a berlo:

1) E’ ricco di antiossidanti: secondo uno studio condotto nel 2005 dalla University of Scranton, non solo il caffè sarebbe ricco di questi elementi fondamentali per contrastare l’invecchiamento, ma gli antiossidanti sarebbero anche maggiormente assorbiti dal nostro corpo rispetto a quelli che si trovano, ad esempio, in frutta e verdura.

2) Il profumo del caffè ha la capacità di far sentire meno stressati: una ricerca della Seul National University ha esaminato il cervello dei topi sotto stress per carenza di sonno e dimostrando come il solo profumo del caffè riusciva a provocare cambiamenti nelle proteine che causavano questo stress.

3) Il caffè può ridurre i sintomi del morbo di Parkinson: a sostenerlo è stato uno studio del dottor Ronald Postuma, che nel 2012 ha dimostrato come la bevanda aiuti a controllare i movimenti in chi soffre di questa malattia.

4) Il caffè fa bene al fegato, specie se si bevono alcolici: in questo caso la prova viene da uno studio che ha esaminato 125 mila persone , arrivando alla conclusione che coloro che bevono almeno una tazza di caffè al giorno hanno il 20% di probabilità di ammalarsi di cirrosi epatica.

5) Bere caffè riduce la propensione al suicidio: a dimostrare questi effetti benefici del caffè è stata la Harvard School of Public Health, secondo la quale bere tra le 2 e le 4 tazze di caffè al giorno riduce del 50% il rischio di suicidio.

6) Il caffè abbassa il rischio di tumore alla pelle: come dimostrato da una ricerca della Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School, su un campione di oltre 112 mila donne e uomini, esaminati in un arco temporale di 20 anni.

7) Il caffè rende atleti migliori: a riferirlo è il New York Post che, citando alcuni studi spiega come la caffeina abbia effetti benefici soprattutto in coloro che si cimentano in discipline di lunga durata, come la maratona o il ciclismo, perché aiuta a bruciare le riserve di grasso.

8) Dimezza il rischio di diabete di tipo 2: secondo uno studio della American Chemical Society , il consumo di 4 o più tazze di caffé al giorno può ridurre le probabilità di ammalarsi di questa forma di diabete del 50%.

9) Il caffé fa bene al cervello, migliorando l’intelligenza e riducendo il rischio di Alzheimer: alcuni ricercatori della University of South Florida e della University of Miami hanno scoperto che le persone con più di 65 anni con livelli di caffeina maggior nel sangue sviluppavano il morbo di Alzheimer da 2 a 4 anni dopo rispetto a coloro che invece avevano poca caffeina nel sangue.

10) Il caffé rende più felici: quella che può sembrare una banalità è stata invece dimostrata da uno studio del National Institute of Health, che ha provato come, in coloro che bevono 4 o più tazze di caffé, c’è il 10% di probabilità in meno di sentirsi depressi rispetto a coloro che non hanno mai bevuto un caffé.

 

Le ricerche riportate sono state effettuate prevalentemente negli Stati Uniti e naturalmente va  anche considerato che le tazze di caffè oltreoceano non hanno quasi nulla in comune con le tazzine “concentrate” alle quali siamo abituati in Italia.

 

 

Valentina G.

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